La dinastia by Andrea Frediani

La dinastia by Andrea Frediani

autore:Andrea Frediani [Frediani, Andrea]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Historical, General
ISBN: 9788854140103
Google: M9jb6bPIkwQC
editore: Newton Compton editori
pubblicato: 2012-05-03T16:58:53+00:00


Mesi. Mesi trascorsi a cercare il nemico, a vagare per la Germania, a far fronte agli insuccessi, alle traversie e alla sfortuna che pareva accompagnare ogni impresa, a mendicare sostegno all’imperatore e a convincerlo che la prossima volta sarebbe andata meglio, e che Arminio era ormai spacciato. A supplicarlo di inviare fondi per costruire una flotta, il solo espediente possibile per aggirare tutti gli ostacoli che si frapponevano tra il Reno e l’Elba. Eppure, dalla precedente campagna le cose erano andate male talmente tante volte che Cassio Cherea iniziava a perdere le speranze. E questo nonostante l’esercito di Arminio, con il capo cherusco in testa, fosse finalmente schierato in bella vista al di là del Weser.

La battaglia tanto attesa stava per avere luogo, a quanto pareva. L’uomo che i Romani avevano combattuto, inseguito, blandito, odiato e di nuovo inseguito per un quarto di secolo, era lì di fronte a loro, il solo fiume a separare i due eserciti. E Germanico aveva recuperato un po’ dell’ardore con cui aveva iniziato il suo proconsolato, perso per strada scacco dopo scacco. Quante volte era stato sul punto di abbandonare l’impresa? Neppure le contava più, ormai.

Da quando aveva celebrato i morti di Teutoburgo, aveva sfidato Arminio una prima volta con la cavalleria, che era arrivata a lambire la sua retroguardia e ne era stata sconfitta. Poi c’era stata la disavventura di Cecina: il legato si era ritrovato circondato dagli uomini del capo barbaro, proprio come Varo, nel mezzo delle foreste e tra gli acquitrini, ed era riuscito a impedire la fuga dei suoi dal campo provvisorio sdraiandosi di traverso lungo la porta principale. Ma peggio ancora era andata alle due legioni che Germanico, alla fine della campagna precedente, aveva deciso di far marciare lungo il Weser fino alla costa: l’alta marea se l’era portate via, e i loro effettivi si erano quasi dimezzati dopo il disastro che, senza dubbio, Tiberio aveva potuto imputare alla sua superficialità.

Il proconsole aveva quindi impiegato gran parte del suo patrimonio personale per ricostruire la flotta – utilizzando solo in un secondo momento i fondi che l’imperatore gli aveva concesso per evitare l’accusa di boicottarlo – ed era partito per una nuova campagna iniziata sotto auspici non meno fortunati della precedente. Dopo aver navigato lungo la costa, nel timore di essere aggredito da un attacco barbarico durante le operazioni di sbarco, Germanico aveva fatto attraccare la flotta a ovest della foce dell’Ems. In un primo momento, aveva deliberato che le legioni attraversassero a nuoto, approfittando della bassa marea, ma poi l’acqua alta era arrivata all’improvviso, mietendo altre vittime. Cassio stesso aveva assistito impotente al travolgente flusso del mare che irrompeva nel fiume portandosi via uomini, cavalli e salmerie. E dopo, non avevano potuto fare altro che costruire ponti per attraversare l’Ems, con il risultato che una campagna partita anzitempo per sorprendere l’avversario si era trasformata in un’operazione lenta, dai movimenti prevedibili e ampiamente annunciata.

Cassio iniziava a temere che Germanico non fosse l’abile condottiero che sognava di diventare quand’erano ragazzi: sembravano mancargli le capacità di comando che Antonia auspicava per lui e che molti riconoscevano al padre.



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